Don Tonio. Alle origini del caffè.
Written by Matteo on Giugno 26th, 2015 // Filed under Blog, Illy, movies
Oggi vi vogliamo raccontare un po’ di Don Tonio.
Si tratta del protagonista dell’episodio n° 11 della serie “from coffee to flower” che abbiamo sviluppato per illycaffè per Expo 2015, una serie di video sulla filiera produttiva del caffè. Se non sapete di cosa si tratta potete trovare una spiegazione del progetto e della sua genesi in questo articolo che abbiamo scritto un po’ di tempo fa.
Don Tonio è un “recolector”, un raccoglitore di caffè e come quasi tutte le persone che lavorano nell’agricoltura fa un lavoro che è:
– semplice da descrivere
– durissimo da fare
– fondamentale per l’umanità
– sconosciuto alla gran parte dell’umanità stessa.
Ma anche questa volta cerchiamo di partire dall’inizio…
Fin fa quando abbiamo saputo che saremmo partiti per la Colombia per raccontare le diverse fasi di lavorazione del caffè che avvengono “oltreoceano” (prima dell’arrivo in tosteria) avevamo una certa predilezione per questa figura. Non sappiamo esattamente il perché… Sarà il fascino che esercitano le ormai rare professioni a contatto totale con la natura, lontano da mail, social, marketing e twitter. Solo foglie, terra e pioggia. Sarà anche che appena sentiamo le parole “raccolta del caffè” ci vengono in mente le foto di Sebastião Salgado, la profondità di quei cieli e di quegli sguardi.
In ogni modo avevamo questo sentimento che era un po’ un mix di aspettativa, ansia, gioia e timore. Un po’ come quando da piccolo ti portano a visitare una caserma dei pompieri.
Con questo mix di emozioni siamo atterrati nelle terre dei Cafeteros e ci siamo precipitati fin da subito alla ricerca di un raccoglitore che fosse disponibile a partecipare al progetto.
Non avevamo scelto dall’Italia nessuno dei protagonisti dei video che avremmo girato in Colombia e la Federación Nacional de Cafeteros de Colombia non ci aveva fornito nessuna proposta di “casting” per i ruoli che ci servivano.
Solo ora ci rendiamo conto di quanto le nostre paure (“Troveremo qualcuno adatto? Non sarà troppo tardi per cercare il protagonista dei video?”) fossero frutto del nostro modo di lavorare, fatto di mail, calendari, notifiche e alert. Lontano quasi quanto la parola “casting” dalla realtà che abbiamo vissuto in quei 13 giorni e che abbiamo cercato di trasmettere nei nostri video.
Le differenze sono:
- metodo “casting”:
– L’agenzia contatta l’associazione dei coltivatori (magari con un bel pdf di brief).
– L’associazione dei coltivatori raccoglie alcune adesioni.
– Si fissa un incontro per il casting.
– Si portano i coltivatori in uno stanzone.
– Arrivano regista, autori e dopo un po’ di brief si fanno dei colloqui e si selezionano i volti più interessanti.
– Condivisione con il cliente.
– Selezione finale.
– Timing per le riprese.
- Metodo Colombia:
– Si sale nel mezzo di produzione e l’autista segue un tizio della Federación in moto che si inerpica a tutta birra per una stradina sterrata nella giungla.
– Si arriva in una “finca” (azienda agricola) che sembra il paradiso terrestre (con parabola per il satellite però).
– Si spiega il progetto all’amministratore che ti sorride, ti offre tutto quello che ha e, indicando un punto nel mezzo della montagna dietro casa, dice “I raccoglitori sono lì”.
– Seguono 30 minuti di “scalata” tra piante del caffè in cui ci rende conto che l’idea di portare con sé macchina fotografica e cavalletto forse non è stata proprio felicissima.
– Si intravvede una macchia di giallo nel verde delle foglie.
– Si conosce Don Tonio.
Di Don Tonio ci hanno rapito due cose. Le mani e gli occhi. Due elementi che sembravano parlare di due universi opposti tra loro.
Mani sporche di terra, segnate dal lavoro, un tutt’uno con le foglie. Mani stanche ma forti. Unghie lunghe per strappare più facilmente le ciliegie dal ramo. Le mani di un “raccoglitore”, il primo lavoro dell’uomo su questo pianeta. Prima del fuoco. Prima della caccia.
Occhi invece che sorridevano a persone sconosciute che gli stavano chiedendo di entrare in casa sua, di prestarci alcune delle poche ore libere a disposizione. Occhi pieni di vita, colmi di quella serenità antica che ha solo chi ha sofferto molto. Occhi sfuggenti, difficili da arpionare con lo sguardo, ancora di più con un obbiettivo.
Dopo meno di due ore dal nostro primo incontro stavamo intervistando Don Tonio in mezzo alle piante di caffè. Abbiamo conversato per circa un’ora fino a quando non ha iniziato a piovere troppo. Ci ha raccontato della sua passione per la musica, quella semplice, senza troppi fronzoli. Della sua avversione per la tecnologia, in particolare per i congelatori (meglio mangiare le cose mentre sono fresche).
Di suo padre che gli ha insegnato ad essere autonomo (dalla veneranda età di 11 anni).
E poi, verso la conclusione dell’intervista, ci ha regalato quella frase che trovate alla fine del suo episodio.
Quelle poche parole sugli esseri umani che ci fanno venire i brividi ogni volta che riascoltiamo la sua voce.
Una frase che riassume perfettamente la figura di Don Tonio e che resterà il nostro personale slogan per questo Expo, la nostra versione di “nutrire il pianeta”.
Guarda l’episodio di Don Tonio qui.